Melatonina, serve ai bimbi?

Sempre più bambini soffrono di insonnia: ma la melatonina è un aiuto sicuro per favorire il sonno? Scopri cosa dice la scienza su questo ormone e il suo utilizzo nei più piccoli.

Passare notti in bianco è un problema frequente per le
famiglie: i bambini spesso non vogliono andare a letto, si
svegliano durante la notte oppure hanno il sonno agitato e sono
stanchi al risveglio. In questi casi, è possibile utilizzare la melatonina?
Si calcola che nel mondo industrializzato il 25% dei bambini al di
sotto dei 5 anni soffra di disturbi del sonno, mentre dopo i 6 anni e fino all’adolescenza la percentuale si attesta intorno al 10-12%.
Il disturbo che si manifesta più frequentemente è l’insonnia, ovvero la difficoltà ad addormentarsi o il risveglio durante la notte, ma
possono manifestarsi anche apnee notturne, parasonnie o disturbi
del movimento legati al sonno.
Le cause principali sono rappresentate dalle cattive abitudini
di vita, dall’aumento delle luci artificiali e dall’utilizzo sempre più
precoce degli strumenti elettronici, come tablet o smartphone,
che causano una discordanza tra quello che dovrebbe essere il ritmo
sonno-veglia naturale del bambino e la realtà. Le conseguenze di un sonno insufficiente nei bambini sono molteplici (ridotte performance scolastiche, disattenzione, scarso controllo degli impulsi …)
e infatti questo problema rappresenta una fonte di preoccupazione
per i genitori che spesso si rivolgono al pediatra o al farmacista, con
la speranza di poter utilizzare un rimedio “naturale” e di uso comune
nell’adulto: la melatonina.
Che cos’è la melatonina?
La melatonina è un ormone secreto da una ghiandola posta alla base
del cervello (ghiandola pineale o epifisi) ed è considerato l’ormone responsabile del ritmo circadiano sonno-veglia. La sua secrezione
si basa infatti sull’alternarsi della luce e del buio: alla sera, quando
le cellule nervose della retina non sono più colpite dalla luce, la sua
produzione aumenta, raggiunge il culmine durante la notte e scende
al minimo la mattina, per poi rimanere molto bassa durante il giorno. Altri fattori che ne influenzano la sintesi sono la stagione dell’anno (la sua produzione è minore in estate e più abbondante in inverno) e l’età, infatti sia i neonati, sia gli anziani ne producono meno.

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