Il morbillo negli ultimi mesi è tornato al centro dell’attenzione
mediatica, nonostante fosse considerato quasi debellato grazie alla
vaccinazione.
L’aumento dei casi
Secondo i dati recentemente diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2024 in Europa e Asia centrale si è verificato il numero di casi di morbillo più alto degli ultimi 27 anni, circa il doppio rispetto ai casi segnalati nel 2023. Questa tendenza è in linea con l’analisi del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC) che, tra il 1 febbraio 2024 e il 31 gennaio
2025, ha contato 32.265 casi di morbillo. Tra i paesi più colpiti c’è
anche l’Italia con 1.097 casi, seconda solo alla Romania (27.568), numero che non si vedeva dal 2019, visto che durante gli anni della pandemia di Covid-19 i casi registrati si sono ridotti a poche decine, grazie anche alle misure di contenimento.
L’attenzione della stampa si è concentrata prevalentemente sugli
Stati Uniti che hanno visto l’insorgenza di estesi focolai infettivi
concentrati soprattutto in Texas, dove, solo nei primi mesi dell’anno,
si sono registrati oltre 500 contagi e 2 decessi (bambini non vaccinati).
L’aumento generalizzato di casi di morbillo nel mondo rappresenta
una fonte di preoccupazione non solo per i rischi per la salute legati
alla malattia che, al contrario del sentire comune, non è da sottovalutare, ma perché indica una sempre minore propensione delle persone a vaccinarsi, in parte dovuta alla diffusione di
fake news anche da parte di figure istituzionali già note per posizioni no vax.
Che cos’è il morbillo
Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus (genere Morbillivirus). Il suo nome (letteralmente: “piccolo morbo”)
gli è stato attribuito in contrapposizione alle “grandi malattie”, come
la peste e il vaiolo, che storicamente mietevano molte vittime; tuttavia, la gravità del morbillo, anche se inferiore, non
deve essere trascurata.
I sintomi compaiono 10-12 giorni dopo il contagio e inizialmente sono simili a quelli di un comune raffreddore con febbre, malessere, tosse, congiuntivite. Nei giorni successivi la malattia evolve, portando a febbre alta (39-41 °C) e alla formazione di macchie rosse (esantema), prima sul viso e poi su tutto il corpo, che durano dai 4 ai 7 giorni.
Nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono nell’arco di
qualche settimana, ma in un caso su tre possono verificarsi complicanze, talvolta abbastanza serie da portare a danni permanenti o alla morte. Le più frequenti sono: diarrea, otite media
e polmonite, mentre quelle più gravi cecità ed encefalite acuta. Una
complicanza molto rara, che può manifestarsi fino a 10 anni dopo l’infezione, è la Panencefalite Subacuta Sclerosante (PESS),
una degenerazione del sistema nervoso centrale
caratterizzata da deterioramento delle facoltà mentali e convulsioni che portano alla morte. Il virus del morbillo si trasmette principalmente per via aerea ed è altamente contagioso: una persona
infetta può contagiare fino a 18 persone (più del doppio di quanto accade per l’influenza) semplicemente trascorrendo poco
tempo nello stesso luogo chiuso.
Non esistono farmaci specifici per il morbillo: nell’attesa della
guarigione spontanea, la terapia consiste nella gestione dei sintomi
con farmaci antinfiammatori e antipiretici, secondo le indicazioni
del medico. Nei casi più gravi con complicanze potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero.