Uno dei pilastri fondamentali della nostra salute è l’alimentazione: ciò che portiamo in tavola si trasforma, attraverso un sofisticato processo chimico e meccanico (la digestione), nell’energia
che ci permette di svolgere le nostre attività quotidiane. Uno dei passaggi fondamentali avviene nello stomaco, un organo a forma
di sacca dotato di pareti muscolari, dove i succhi gastrici (formati da
acqua, acido cloridrico ed enzimi) scompongono e trasformano il cibo in una massa semiliquida dalla quale, poi, l’intestino ricava le sostanze nutritive indispensabili (proteine, zuccheri, grassi, vitamine).
In condizioni fisiologiche l’azione corrosiva dei succhi gastrici non danneggia né le pareti interne dello stomaco, grazie alla presenza
di un muco protettivo di rivestimento, né le altre strutture dell’apparato digerente collegate (esofago e intestino), grazie
all’azione di due valvole che “sigillano” il lume dello stomaco.
A volte, complici le cattive abitudini alimentari o i periodi di stress,
questo meccanismo si disequilibra e lo stomaco lancia dei segnali di
allarme che è bene conoscere ed interpretare. Nella maggior parte
dei casi il problema è episodico e passeggero e l’adozione di uno stile di vita corretto può portare notevole miglioramento; in altri casi
potrebbe essere necessario un approfondimento.
A seconda della sintomatologia prevalente, si parla di dispepsia e malattia da reflusso gastroesofageo , due condizioni differenti con caratteristiche ben definite.
Dispepsia
Dal greco dys-pepsis, significa “cattiva digestione” ed è caratterizzata
da dolore o fastidio epigastrico, senso di pienezza precoce, gonfiore
addominale dopo i pasti, nausea ed eruttazioni frequenti. Nel caso in
cui la sintomatologia sia associata ad una causa specifica (es. ulcera gastrica), si parla di dispepsia organica; tuttavia, nella maggior parte
dei casi non è possibile individuare una condizione scatenante o correlata e quindi si parla di dispepsia funzionale. In questi casi i sintomi possono essere associati o aggravati da fattori psicologici (es. stress), cattive abitudini alimentari (es. eccesso di caffè, alcol, fumo) o terapia con alcuni farmaci . A volte la presenza di una infezione da Helicobacter pylori, un batterio a forma
di elica che si annida nello stomaco provocando una infiammazione che, a lungo andare, potrebbe portare alla formazione di un ulcera, può aggravare il quadro sintomatico.
Reflusso gastroesofageo
Si parla di reflusso gastroesofageo quando è presente un malfunzionamento dello sfintere che normalmente previene il passaggio di liquido dallo stomaco all’esofago, il canale che lo collega alla faringe.
La conseguente risalita del materiale acido innesca…