Dalle lunghe attese dal medico al rilascio della ricetta elettronica, complice la pandemia tutto è cambiato. Una rivoluzione tecnologica degli ultimi anni.
La tecnologia e l’informatica sono entrate ormai nella nostra vita e hanno cambiato molte delle nostre abitudini. Questa rivoluzione informatica, complice la pandemia di Covid-19, ha subito una forte accelerazione che ha interessato, passo dopo passo, anche alcuni aspetti della farmacia. Ripercorriamoli assieme.Il primo passo verso il cambiamento è stato l’istituzione della Tessera Sanitaria nel 2003, che riporta su un minuscolo chip dati identificativi necessari per un riconoscimento sicuro e preciso di ogni soggetto che richiedeva una prestazione sanitaria (una visita, una vaccinazione, una ricetta…).Sembrava fantascienza eliminare milioni di ricette cartacee, ottenendo anche un risparmio economico, stimato in circa 2 miliardi di euro all’anno, ma nel giro di pochissimi anni il sistema andò a regime in tutte le regioni. Con il nuovo sistema si aprirono diverse nuove opportunità, come la possibilità di conoscere, praticamente in tempo reale, gli andamenti della spesa farmaceutica con estrema precisione, oppure il vantaggio di poter presentare la ricetta in una qualsiasi farmacia italiana, che avrebbe potuto visualizzarla ed erogarla, senza il limite della regionalità. La recente pandemia di Covid-19 ha contribuito ad accelerare il cambiamento. Per evitare gli spostamenti delle persone, una Ordinanza della protezione civile del marzo 2020 stabilì le modalità informatiche (o telefoniche) con le quali il medico poteva comunicare al paziente il numero della ricetta per acquistare medicinali a carico SSN. Dopo una prima proroga, ora la dematerializzazione digitale delle ricette mediche, rosse e bianche, è diventata definitiva con il cosiddetto “Decreto Semplificazioni” 2023. Sono esclusi dalla prescrizione elettronica, per ragioni di sicurezza, solo i medicinali stupefacenti e psicotropi, iscritti in speciali elenchi, e quelli per i quali sono previste particolari condizioni di fornitura.Inoltre, a differenza della ricetta SSN, che ha sempre validità solo per i farmaci indicati dal medico, per la “ricetta bianca” (a pagamento) il sistema deve distinguere le ricette non ripetibili da ripetibili (10 volte in 6 mesi). In questo caso il medico dovrà riportare le informazioni necessarie per la verifica della ripetibilità dell’erogazione dei farmaci prescritti. Il sistema informatico terrà conto delle erogazioni parziali via via che queste verranno effettuate e della data di scadenza della ricetta, ancora una volta garantendo il rispetto delle condizioni di fornitura prescritte dal medico.Sempre parlando di medicinali a pagamento, è importante sottolineare che il paziente, recandosi in farmacia, dovrà essere in possesso del numero della ricetta da comunicare al farmacista e del proprio codice fiscale. Solo così sarà infatti possibile identificare in modo preciso la propria ricetta all’interno del sistema informatico che governa il processo. Un’ultima possibile importante novità, di cui attualmente si sta discutendo, ha l’obiettivo di semplificare la vita alle persone che necessitano di medicinali erogati a carico del SSN per la cura di patologie croniche. Il medico prescrittore potrà indicare nella ricetta dematerializzata ripetibile, sulla base delle esigenze individuali, la posologia e il numero di confezioni dispensabili nell’arco temporale massimo di dodici mesi. Al momento della dispensazione, il farmacista potrà consegnare un numero di confezioni sufficiente a coprire trenta giorni di terapia, in relazione alla posologia indicata, informando l’assistito sulle corrette modalità di assunzione dei medicinali prescritti. È previsto inoltre che il farmacista possa monitorare l’aderenza alla terapia farmacologica da parte dell’assistito, e qualora rilevi difficoltà nella corretta assunzione dei medicinali, possa segnalare le criticità al medico prescrittore per le valutazioni di competenza.